(ex PCTO – Percorsi per le competenze trasversali e orientamento e Alternanza Scuola Lavoro)
Con la legge 145/18 si sono introdotti nella scuola i “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (PCTO), attività obbligatoria nell’ultimo triennio, quantificata in 90 ore per i licei Scientifici e 150 ore per gli Istituti Tecnici. Il Ministero della Formazione e del Merito ha annunciato il cambio di nome dell’attività in Formazione Scuola-Lavoro, la cui definizione dovrà essere specificata in un prossimo Decreto.
Il nostro Istituto realizza da diversi anni attività di Tirocinio e, prima ancora dell’entrata in vigore della legge, collaborava con Aziende, Enti, Associazioni, Università, Centri di ricerca, liberi professionisti. Con questi soggetti abbiamo effettuato incontri formativi, uscite didattiche, stage per gli alunni delle terze, quarte e quinte.
Queste attività costituiscono un’integrazione della didattica in aula e delle conoscenze e abilità curriculari: le scuole devono programmare esperienze formative per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. Grande importanza viene attribuita all’orientamento in uscita, in particolare per gli studenti che intendono proseguire gli studi all’università. Ai tirocini viene affiancata, di solito, una formazione propedeutica d’aula, accompagnata da momenti di riflessione sul mondo del lavoro. I tirocini rappresentano una metodologia in parte svincolata dalle conoscenze disciplinari che deve valorizzare le competenze personali possedute dagli studenti, quelle che consentono loro di affrontare in modo consapevole e attivo le responsabilità della vita adulta. Le esperienze curricolari, extracurricolari e personali dovrebbero consentire di alternare le attività a scuola (in particolare attraverso laboratori e progetti) con attività esterne sotto forma di visite, ricerche, esperienze pratiche in azienda.
La didattica per competenze si fonda sul presupposto che l’apprendimento sia facilitato quando costruiscono il loro sapere in modo attivo attraverso l’esperienza. Aiutando gli studenti a scoprire i loro talenti e perseguire i loro personali interessi, si può incrementare il loro interesse, il loro coinvolgimento, la loro produttività. L’insegnante a sua volta abbandona il ruolo di referente di conoscenze statiche e diventa una tutor capace di suscitare interesse, domande, di orientare al problem solving, a comprensioni più profonde dei problemi. Un percorso analogo riguarderà anche le aziende con le quali l’approccio per competenze, potrà riguardare i ruoli, i prodotti, i processi ed i linguaggi.